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ETICHETTA PER BIRRA: DOVERI E PIACERI

La legislazione in materia di etichettatura definisce regole serrate in merito alle informazioni che devono o possono essere riportate, con l’obiettivo di garantire una comunicazione completa, trasparente e non ingannevole per il consumatore.

A livello nazionale, le indicazioni da riportare sono quelle previste dalla legge 1354/1962 e quelle generali per i prodotti alimentari del D.lgs. 109/1992 e successive modifiche.

Si evidenzia l’assenza di una norma comunitaria che regolamenti il prodotto birra.

INFORMAZIONI OBBLIGATORIE IN ETICHETTA

L’etichetta della birra deve riportare le seguenti indicazioni, in formato chiaro e leggibile con rispetto delle dimensioni minime dei caratteri (1,2 mm con riferimento all’altezza della lettera x minuscola):

Denominazione legale di vendita per la birra

  • denominazione legale di vendita, sulla base del TAVE e del grado saccarometrico del mosto di origine (vedi tabella sopra).

Quando alla birra sono aggiunti frutta, succhi di frutta, aromi, o altri ingredienti alimentari caratterizzanti, la denominazione di vendita è completata con il nome della sostanza caratterizzante (art. 2 D.P.R. 30.06.98 n.272).

  • titolo alcolimetrico volumico effettivo (TAVE) obbligatorio solo per le bevande aventi un contenuto di alcool superiore a 1,2% in volume.
  • lotto di produzione: identifica il prodotto sul mercato per un eventuale ritiro o richiamo in caso di non conformità, limitando l’operazione alle partite specifiche e non all’intera produzione immessa al consumo.
  • termine minimo di conservazione (TMC): rappresenta la data fino alla quale il prodotto si mantiene inalterato se conservato nelle condizioni opportune.

Questa informazione deve essere riportata con la dicitura ”da consumarsi preferibilmente entro il…” quando la data contiene l’indicazione del giorno, oppure con la dicitura ”da consumarsi preferibilmente entro fine…” seguita dalla data in formato mese/anno.

Non essendo la birra un prodotto deperibile, il suo consumo dopo il TMC non è associato a un rischio per la salute del consumatore.

  • riferimenti del produttore, importatore o confezionatore: sulla parte piana del tappo o sulla chiusura, a caratteri leggibili ed indelebili, di altezza e larghezza non inferiore a 2 millimetri, deve essere riportato il marchio che valga ad identificare l’azienda o il nome o la ragione sociale del produttore e la sede dello stabilimento di produzione (integrazione dell’art. 12 della Legge 16.8.1962 con l’art. 10 della Legge 16.7.1974).
  • località e indirizzo dello stabilimento di produzione o, se diverso, di confezionamento. L’indirizzo può essere omesso se la località identifica chiaramente lo stabilimento.

Il codice di accisa non sostituisce la dichiarazione dello stabilimento di produzione.

  • volume nominale: le bottiglie e gli altri recipienti, destinati al consumo diretto, devono avere solo capacità volumetriche pari a centilitri 20, 33, 50, 66 (per ogni capacità l’art. 12 della Legge 16.8.1962 indica anche le rispettive tolleranze consentite). Per la birra confezionata in lattine è consentita la capacità di 34 centilitri.
  • l’elenco degli ingredienti in ordine decrescente di peso così come registrati al momento del loro uso nella produzione dell’ali­mento.

Non è previsto se la gradazione alcolica supera 1.2% vol., ma normalmente viene riportato.

  • Allergeni e solfiti: devono essere evidenziati in modo chiaro sia all’interno dell’elenco degli ingredienti, sia che si scelga di non avere l’elenco.

Il modo in cui si evidenzia l’allergene non viene specificato, ma di solito si usa il grassetto o un altro carattere rispetto agli altri ingredienti. Nel caso in cui non ci sia l’elenco degli ingredienti allora bisogna specificare l’allergene (esempio “contiene glutine”).

  • le condizioni particolari di conservazione indispensabili per evitare alterazioni e modifiche al prodotto di natura igienico sanitaria ed organolettica.

INFORMAZIONI FACOLTATIVE IN ETICHETTA

Oltre a queste indicazioni obbligatorie, il produttore ha la possibilità di riportare informazioni facoltative, quali l’etichetta nutrizionale, consigli sugli abbinamenti gastronomici e le informazioni in merito alla modalità di produzione.

L’elemento peculiare di ogni comunicazione è che deve essere veritiera, verificabile e tale da non indurre in inganno il consumatore.

Il termine artigianale può essere usato solo per quelle birre che sono state prodotte seguendo le indicazioni previste dalla legge del 2016:

“La birra prodotta da un birrificio che non superi i 200.000 ettolitri annui, che sia indipendente da altre società, e che non filtri né pastorizzi la birra”.

Birra doppio malto è un termine che indica il quantitativo di zuccheri presenti nel mosto, da evidenziare se superiore a 14,5° P, e non determina un particolare stile o gusto di birra.

In realtà l’utilizzo di questo termine è finalizzato a calcolare le accise ed è presente unicamente in Italia.

L’IMPORTANZA DELLA GRAFICA DI UN’ETICHETTA PER LA BIRRA

L’apparenza è fondamentale, inutile negarlo!

Se vuoi mettere in risalto il tuo prodotto devi puntare dritto negli occhi del tuo pubblico, proponendo una grafica dedicata alle sue preferenze.

Non esiste una regola univoca che rende un prodotto più bello di un altro, ma indubbiamente esiste un linguaggio non verbale che lo rende più attraente per il tuo cliente target.

Pubblico giovanile? Grafica massimalista ultra-colorata. Vincente l’uso di raffigurazioni iconiche estrapolate dai fumetti o dalla mitologia moderna.

Pubblico tradizionale? Grafica classica ed emblematica. Mantieniti nella storia del tuo prodotto usando stemmi e panorami simbolici del territorio.

Pubblico raffinato? Grafica elegante e minimalista. Affida ai testi il ruolo primario, dalla combinazione dei caratteri alla giusta gerarchia delle informazioni promozionali.

METODI DI STAMPA

Hai mai pensato di diventare un artigiano della stampa?

È un invito tutt’altro che assurdo, soprattutto ora che la stampa digitale ha raggiunto dei livelli di gestibilità e qualità eccezionali.

Quali sono i fattori da valutare e che rendono conveniente una soluzione di stampa in autonomia?

  • Se devi stampare dati variabili, come lotto, data di scadenza o specifiche del prodotto
  • Se non sai in anticipo le informazioni da stampare
  • Se il tuo processo di stampa richiede flessibilità e immediatezza
  • Se devi stampare in base alle esigenze di utilizzo e non hai dei volumi di stampa prevedibili e costanti
  • Quando hai bisogno di qualche etichetta aggiuntiva
  • Quando devi stampare poche etichette con layout differenti
  • Quando ti occorrono etichette di dimensioni diverse e non vuoi avere uno stock di magazzino che potrebbe rimanere inutilizzato
  • Se stampi volumi ridotti, a volte è più efficiente ed economico stampare le etichette in autonomia e solo nella quantità necessaria

Le etichette stampate per le annate precedenti riportano dati obsoleti e non sono riciclabili sulla nuova produzione.

Potresti ovviare questo problema con una marcatura dei soli dati variabili su un’etichetta prestampata, con dei campi lasciati in bianco appositamente, o sul tappo della bottiglia.

Qualsiasi modifica tu voglia apportare, che sia di carattere grafico o la semplice correzione della lista degli ingredienti, richiede spese aggiuntive presso un servizio di stampa esterno.  

Se è la prima volta che ti affacci a questa nuova finestra, intuirai che per individuare la stampante adatta occorre fare una pre-analisi delle tue specifiche esigenze.

Focalizzandoci sugli snodi principali, rispondi a queste due domande:

1 – La tua etichetta ha svariati colori o è monocromatica?

Nel primo caso ti orienterai verso la categoria delle stampanti a colori, di cui certamente intuisci le peculiarità.

Nel secondo caso potrai optare per una stampante a trasferimento termico, una tecnologia di stampa relativamente recente, adatta per la realizzazione di etichette minimali.

Tramite il riscaldamento di una testina di stampa, si trasferisce il colore di un nastro inchiostrante sull’etichetta. I nastri esistono in varie formulazioni e tinte, anche metallizzate.

2 – Quante etichette devi stampare ogni anno per la tua produzione di birre? Svariate centinaia o migliaia di etichette?

Per medio-bassi volumi di stampa una semplice stampante desktop potrà assolvere la tua richiesta, per elevati volumi di stampa dovrai riferirti ad un modello industriale.

Tutti gli altri parametri che subentrano nella scelta, alcuni dei quali valutabili solo da un tecnico esperto di stampe, saremo lieti di affrontarli tramite una conversazione telefonica.

Parleremo del materiale adatto…

Le etichette per la birra devono essere realizzate con carta adesiva spessa, lucida e patinata per resistere alle condizioni termo-igrometriche del frigorifero senza perdere in brillantezza e capacità adesiva. Optare per un materiale sintetico come il polipropilene è la scelta migliore.

Parleremo delle dimensioni e della forma della tua etichetta…

La fustellatura digitale consente un taglio preciso qualunque sia la forma desiderata: rettangolare, ovale o con un tracciato di taglio irregolare e veramente originale per la tua birra.

Puoi comunque approfondire gli argomenti sulle stampanti ai seguenti articoli:

https://www.acnet.it/2020/04/23/come-passare-dallidea-di-unetichetta-personalizzata-alla-stampa-tutto-quello-che-ti-occorre-per-essere-autonomo/

https://www.acnet.it/2021/03/01/il-segreto-per-creare-etichette-minimali-resistenti-ed-economiche-la-stampante-a-trasferimento-termico/

Chiamaci per ogni chiarimento, saremo lieti di mettere a tua disposizione la nostra professionalità.

STAMPANTI : VENDITA – INSTALLAZIONE – ASSISTENZA

FORNITURA DI ETICHETTE, INCHIOSTRI E NASTRI DI STAMPA

Elisabetta Urbisaglia

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