Quando si vuole promuovere un prodotto, realizzare un’etichetta originale è l’obiettivo primario.
Riuscire a farlo a basso costo è ancora più auspicabile.
La stampa delle etichette in tipografia è conveniente per grandi volumi di stampa, ma se occorrono tirature limitate un processo di stampa in azienda è decisamente più economico e flessibile:
◾ stampi solo il numero di etichette che ti occorrono
◾ puoi stampare diverse tipologie di etichette in piccole quantità
◾ puoi apportare tutti i cambiamenti che vuoi a testi, colori, immagini
◾ puoi inserire i dati variabili come scadenza e lotto di produzione
Tra le soluzioni di stampa in autonomia, quella decisamente meno onerosa è con una stampante di etichette a trasferimento termico.
Il trasferimento termico è una tecnologia monocromatica che utilizza il calore di una testina di stampa per sciogliere un nastro inchiostrante, chiamato ribbon, e trasferirlo sull’etichetta.
La stampa a trasferimento termico è applicabile su un’ampia selezione di materiali (carta opaca, carta patinata, etichette sintetiche, polipropilene trasparente per citarne alcuni).
Le stampanti a trasferimento termico sono concepite per stampare codici a barre e testi e questo lavoro lo svolgono meglio di qualsiasi altra tecnologia di stampa, in termini di costi e velocità.
La diffusione delle stampanti a trasferimento termico in settori differenti da quello nativo è associata alla produzione di nastri di stampa in molteplici colori e composizioni, offrendo la scelta tra tinte opache e tinte metallizzate, con cui creare effetti brillanti.
Abbinando opportunamente i materiali, è possibile stampare etichette adatte ad ogni settore di utilizzo, anche laddove sono richiesti requisiti di indelebilità, come nella cosmetica.
Tutte le stampanti a trasferimento termico sono uguali?
L’acquisto di una stampante a trasferimento termico adatta a realizzare una grafica di qualità, deve tener conto di un parametro fondamentale: la risoluzione di stampa.
Tra i modelli di stampanti a trasferimento termico troviamo risoluzioni di 203, 300 e 600 dpi, dove l’unità di misura dpi identifica i punti di stampa per pollice.
Una stampante a 203 dpi stampa un massimo di 8 punti per millimetro mentre una a 600 dpi stampa 24 punti per millimetro.
Premettendo che questa tecnologia di stampa non ha una qualità fotografica, quindi non è adatta a stampare immagini complesse con tinte sfumate, è anche vero che adottando la grafica giusta e una risoluzione di 300 dpi si possono raggiungere eccellenti risultati.
Per la scelta del modello della stampante, occorre anche considerare il carico di stampa giornaliero da sostenere.
Le stampanti a trasferimento termico sono progettate per lavorare massicciamente e con un piccolo modello desktop è possibile stampare 1000 etichette al giorno. Per volumi di stampa superiori occorrerà un modello industriale, più performante e veloce.
Se vuoi una consulenza tecnica per scegliere la stampante adatta, chiamaci 06.51.84.81.87
Quale stile grafico è adatto al trasferimento termico?
In senso figurato, potremmo paragonare la stampa a getto di inchiostro alla fine pennellata di un pittore e il trasferimento termico al rapido timbro di un postino.
Da questa analisi meccanica del processo di stampa, si intuisce che le immagini migliori da poter riprodurre a trasferimento termico sono quelle con i contorni ben definiti.
Scritte con caratteri bold o corsivi particolari, profili di immagini stilizzate a ritaglio, bordi di figure geometriche.
Stai cercando una grafica per le tue etichette? Contattaci
Per quale tipo di prodotti è consigliabile un’etichetta a trasferimento termico?
Qui, la domanda corretta sarebbe stata: “A quale pubblico di consumatori è destinato il prodotto?”
Le etichette a trasferimento termico possono avere il massimo della sobrietà o il massimo della sfarzosità, ma in ognuno dei due casi risultano decisamente moderne.
Una modernità che può comunque includere tante declinazioni, a seconda dello stile grafico e della selezione dei materiali di stampa.
Di seguito troverai una serie di video sulle stampe a trasferimento termico per alcuni prodotti, ideate dal nostro reparto art design.
Etichette per cosmetici stampate a trasferimento termico
Etichette per cosmetici in polipropilene trasparente
Etichette per confetture stampate a trasferimento termico
Etichette per profumi stampate a trasferimento termico
Etichette per liquori stampate a trasferimento termico
Etichette per olio extravergine stampate a trasferimento termico
Vuoi anche tu una soluzione di etichettatura così facile, veloce, ed economica? Contattaci
L’etichettatura di un prodotto ad uso alimentare deve seguire sia le disposizioni della normativa “orizzontale”, ossia applicabili a tutte le categorie di prodotti alimentari, sia la normativa di settore “verticale” relativa al prodotto specifico, se richiesto.
Il riferimento normativo comunitario è il Regolamento (UE) 1169/2011.
L’etichettatura di confetture, gelatine, marmellate e della crema di marroni segue le indicazioni specifiche per la filiera del D. Lgs. 50/2004 (recepimento della Direttiva 2001/113/CE).
DENOMINAZIONI DI VENDITA CONSENTITE IN ETICHETTA
Una preparazione deve seguire la nomenclatura specifica in base alle dosi indicate e alla ricetta (cambia se la frutta è utilizzata in polpa, purea o succo).
Cos’è una CONFETTURA?
È una mescolanza di zuccheri, polpa e/o purea di una o più specie di frutta e acqua, portata a consistenza gelificata appropriata.
Per gli agrumi la confettura può essere ottenuta dal frutto intero, tagliato e/o affettato.
La quantità di polpa e/o purea utilizzata per la fabbricazione di 1000 grammi di prodotto finito non dev’essere inferiore a grammi:
350 in generale
230 per ribes rosso e nero, sorbe, olivello spinoso, cinorrodi e mele cotogne
150 per lo zenzero
160 per il pomo di acagiù
60 per il frutto di granadiglia
La denominazione dei prodotti preparati con le mele cotogne può essere accompagnata dal termine “cotognata”.
Cos’è una CONFETTURA EXTRA?
È una mescolanza di zuccheri, polpa non concentrata di una o più specie di frutta ed acqua, portata a consistenza gelificata appropriata.
Tuttavia, la confettura extra di cinorrodi e la confettura extra senza semi di lamponi, more, mirtilli, ribes neri e rossi può essere ottenuta parzialmente o totalmente dalla purea non concentrata di questa specie di frutta.
Per gli agrumi, la confettura extra può essere ottenuta dal frutto intero, tagliato e/o affettato.
La quantità di polpa utilizzata per la produzione di 1000 grammi di prodotto finito non dev’essere inferiore a grammi:
450 in generale
350 per ribes rosso e nero, sorbe, olivello spinoso, cinorrodi e mele cotogne
250 per lo zenzero
230 per il pomo di acagiù
80 per la granadiglia
È vietato l’uso di anidride solforosa e dei suoi sali nella preparazione di materie prime destinate alla fabbricazione di confetture extra.
Cos’è una GELATINA?
È una mescolanza di zuccheri, succo di frutta e/o estratto acquoso di una o più specie di frutta, sufficientemente gelificata.
La quantità di succo di frutta e/o di estratto acquoso utilizzata per la produzione di 1000 grammi di prodotto finito non dev’essere inferiore a quella fissata per la produzione della confettura (dette quantità sono calcolate previa detrazione del peso dell’acqua impiegata per la preparazione degli estratti acquosi).
Cos’è una GELATINA EXTRA?
È una mescolanza di zuccheri, succo di frutta e/o estratto acquoso di una o più specie di frutta, sufficientemente gelificata.
La quantità di succo di frutta e/o di estratto acquoso utilizzata per la produzione di 1000 grammi di prodotto finito non dev’essere inferiore a quella fissata per la produzione della confettura extra (dette quantità sono calcolate previa detrazione del peso dell’acqua impiegata per la preparazione degli estratti acquosi).
Mele, pere, prugne a nocciolo aderente, meloni, angurie, uva, zucche, cetrioli e pomodori mescolati ad altri non possono essere utilizzati per la produzione di “confetture extra” e “gelatine extra”.
È vietato l’uso di anidride solforosa e dei suoi sali nella preparazione di materie prime destinate alla fabbricazione di gelatine extra.
Cos’è una MARMELLATA?
È una mescolanza, portata a consistenza gelificata appropriata, di acqua, zuccheri e di uno o più dei seguenti prodotti ottenuti da soli agrumi: polpa, purea, succo, estratti acquosi e scorze.
La quantità di agrumi utilizzata per la produzione di 1000 grammi di prodotto finito non dev’essere inferiore a 200 grammi (di cui almeno 75 provenienti dall’endocarpo)
Cos’è una MARMELLATA GELATINA?
È un prodotto esente totalmente da sostanze insolubili, salvo eventualmente esigue quantità di scorza di agrumi finemente tagliata.
Cos’è una CREMA DI MARRONI?
È una mescolanza, portata a consistenza appropriata, di acqua, zuccheri e purea di marroni.
La quantità di purea di marroni (Castana Sativa) utilizzata per la produzione di 1000 grammi di prodotto finito non dev’essere inferiore a 380 grammi.
DEFINIZIONE DELLE MATERIE PRIME
Frutto a) Il frutto fresco, sano, esente da qualsiasi alterazione, non privato di alcuno dei loro componenti essenziali, giunto al grado di maturazione adeguato, dopo pulitura, mondatura e spuntatura. b) Le radici commestibili dello zenzero, conservate o fresche. Lo zenzero può essere essiccato o conservato nello sciroppo. Sono equiparati alla frutta i pomodori, le parti commestibili dei fusti del rabarbaro, le carote, le patate dolci, i cetrioli, le zucche, i meloni e le angurie.
Polpa di frutta La parte commestibile del frutto intero, eventualmente sbucciato o privato dei semi; tale parte può essere tagliata a pezzi o schiacciata, ed eventualmente setacciata per i soli frutti di bosco, ma non può essere ridotta in purea.
Purea di frutta La parte commestibile del frutto, eventualmente sbucciato o privato dei semi, ridotta in purea mediante setacciatura o altro procedimento simile.
Estratti acquosi Gli estratti acquosi della frutta che, fatte salve le inevitabili perdite dovute alle buone norme di fabbricazione, contengono tutti i costituenti solubili in acqua della frutta utilizzata.
Scorza di agrumi Le scorze di agrumi, pulite, con o senza l’endocarpo.
Zuccheri Gli zuccheri definiti dalle disposizioni legislative di recepimento della direttiva 2001111 I/CE, lo sciroppo di fruttosio, lo zucchero grezzo e lo zucchero di canna, gli zuccheri estratti dalla frutta, lo zucchero bruno. Ai fini dell’indicazione nell’elenco degli ingredienti lo zucchero estratto dall’uva può essere designato “zucchero d’uva”.
la denominazione dell’alimento completata dal nome del frutto o dei frutti utilizzati in ordine decrescente rispetto al loro peso
Se si utilizzano 1 o 2 frutti le diciture consentite saranno, per esempio:
“gelatina di arancia” e “confettura extra di albicocca” per un solo frutto
“gelatina extra di pera e arancia” per due frutti
Nel caso di prodotti ottenuti da tre o più frutti, l’indicazione dei frutti può essere sostituita dalla dicitura “frutti misti”, da un’indicazione simile oppure da quella del numero dei frutti utilizzati. Esempi:
“confettura di frutti misti”
“gelatina di 5 frutti”
l’elenco degli ingredienti
È necessario indicare tutti gli ingredienti utilizzati.
Quando i frutti non vengono indicati nella denominazione dell’alimento, perché ci si avvale della possibilità di utilizzare la dicitura “più frutti” e simili, i frutti vanno comunque menzionati nell’elenco degli ingredienti in ordine ponderale decrescente
l’eventuale presenza di allergeni
conformemente alle indicazioni presenti nell’allegato II del Reg. UE 1169/2011
la quantità netta di prodotto
il termine minimo di conservazione
il nome o ragione sociale e l’indirizzo dell’OSA responsabile delle informazioni presenti sull’etichetta
una dicitura che consenta di identificare il lotto di produzione
le modalità di conservazione e di utilizzazione, se particolari
Confetture, gelatine e marmellate devono avere un tenore di sostanza secca solubile, determinata dal rifrattometro, pari o superiore al 6%, eccetto i prodotti nei quali gli zuccheri sono totalmente o parzialmente sostituiti da edulcoranti. In tal caso, il prodotto deve riportare in etichetta la dicitura “da conservarsi in frigorifero dopo l’apertura”. Tale dicitura non è richiesta per i prodotti in piccole confezioni monouso
la dicitura concernente il contenuto di frutta: “frutta utilizzata: … grammi(g) per 100 grammi (g)” di prodotto finito, previa detrazione dell’eventuale peso dell’acqua utilizzata per la preparazione degli estratti acquosi. Tale indicazione deve figurare, a caratteri chiaramente leggibili, nello stesso campo visivo della denominazione dell’alimento
la dicitura concernente il tenore di zuccheri: “zuccheri totali … grammi (g) per 100 grammi (g)”; la cifra indicata rappresenta il valore rifrattometrico del prodotto finito, determinato a 20°C con una tolleranza di più o meno 3° rifrattometrici. Tale indicazione deve figurare, a caratteri chiaramente leggibili, nello stesso campo visivo della denominazione dell’alimento. Tale menzione può non essere riportata nel caso in cui figuri in etichettatura la tabella nutrizionale.
Un prodotto che ha un tenore di sostanza secca solubile inferiore al 45%, non rientra in tale normativa, pertanto deve avere una denominazione differente (ad esempio composta di frutta)
INGREDIENTI FACOLTATIVI NELLA PREPARAZIONE DI CONFETTURE E MARMELLATE
L’allegato IV del D. Lgs. 50/2004 prevede l’utilizzo di ingredienti facoltativi e le categorie di prodotto in cui possono essere utilizzati, che devono essere indicati fra gli ingredienti utilizzati.
COMPOSIZIONE GRAFICA DELL’ETICHETTA
L’applicazione di etichette adesive su prodotti alimentari deve soddisfare requisiti normativi molto rigidi, in Italia e nell’Unione europea.
Quindi, prima di procedere alla stampa delle etichette, è necessario assicurarsi che tali etichette siano conformi alle normative vigenti, incluse le indicazioni sulla leggibilità dei testi.
Spesso la dimensione del carattere è ridotta, la scelta del font nei testi informativi è inadeguata, il contrasto di colori tra testi e sfondo compromette la lettura immediata dell’etichetta.
Il consumatore vuole essere informato: un’etichetta poco leggibile è sinonimo di poca trasparenza e non inspira fiducia.
Ricorda, più le informazioni sono leggibili sull’etichetta e più il tuo prodotto avrà possibilità di essere scelto dall’acquirente.
Le informazioni obbligatorie devono essere scritte con una dimensione minima di 1,2 mm.
Se la faccia più grande della confezione ha un’area inferiore a 80 cm quadrati, la dimensione minima del carattere può essere ridotta a 0,9 mm.
Concretamente:
per il font Arial un’altezza di 1,2 mm corrisponde a una lettera maiuscola “A” di 4,5 pt oppure a una lettera minuscola “a” di 6.2 pt
un’altezza di 0,9 mm corrisponde a una lettera maiuscola “A” di 3,5 pt oppure a una lettera minuscola “a” di 4,7 pt
Se apri Word e scrivi un testo con carattere Arial di 4,5 punti puoi verificare che la velocità di lettura è indubbiamente compromessa, anche per persone normovedenti. Quindi, le indicazioni della normativa sono già un caso estremo!
VUOI STAMPARE IN AUTONOMIA LE ETICHETTE PER LE TUE CONFETTURE?
Una tipografia obbliga a dei quantitativi minimi ordinabili e a lungo andare ci si imbatte in disservizi dovuti a un numero di stampe inadeguato rispetto alla produzione, dati stampati obsoleti per le produzioni future, poca elasticità per apportare modifiche grafiche.
L’autonomia nel processo di stampa evita tutti questi inconvenienti.
Potresti pensare di inserire sulle etichette prestampate solamente i dati variabili, come lotto di produzione e data discadenza, con un marcatore manuale.
Ecco un modello assolutamente vincente in termini di efficienza e prezzo:
Entrambe le tipologie lavorano su tantissimi materiali e vantano una disponibilità di modelli calibrati per le varie necessità, a partire dai modelli desktop per piccole tirature di stampa fino ai modelli industriali per produrre migliaia di etichette.
Valuta insieme a noi la stampante idonea alla tua applicazione e tutti i materiali disponibili
Nel frattempo, ti rimando a due articoli dedicati a una panoramica su queste stampanti.
Per le stampanti a trasferimento termico, preferisco proporti un video-articolo conoscitivo, per mostrarti le potenzialità grafiche di questa tecnologia.