Ci arrivano molte richieste per la gestione dell’inventario con la tecnologia RFID, per velocizzare i tempi e ottimizzare i costi: ma è realmente così semplice implementare questa tecnologia?
Le richieste sono sempre le stesse:
- Muovo il lettore davanti ad uno scaffale e devo leggere tutto
- Entro in una stanza ed il palmare mi deve dire cosa trovo
- Mi avvicino in una scatola colma di oggetti con etichetta RFID e voglio conoscerne il contenuto
In parte può essere vero, ma in realtà bisogna analizzare accuratamente il processo, perché dietro ad un lettore RFID c’è sempre bisogno di un software in grado di filtrare ed elaborare il dato proveniente dall’antenna e gestirlo in modo ordinato ed univoco per renderlo utilizzabile.
Analizziamo alcuni esempi per chiarire le problematiche che devono essere analizzate prima di un’implementazione RFID.
Volendo utilizzare una metafora dovete immaginare un lettore RFID come una grande calamita che attrae tutto il ferro che si trova all’interno del suo campo magnetico: il lettore attrae tutti i TAG RFID che entrano nel suo campo di lettura.
Quindi quando si parla di inventario bisogna definire alcuni aspetti:
- inventario massivo
- inventario per ubicazione
- inventario per classe merceologica
L’inventario massimo da un punto di vista di gestione del dato sicuramente è un processo più semplice, l’unico rischio è che non si ha certezza di aver letto tutti i tag.
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L’operatore si dovrà occupare di scansionare tutte le aree interessate ed il gestionale elaborerà le informazioni filtrando le “n” letture associate allo stesso tag.
Questo perché un tag in una frazione di secondo può essere letto anche 100 volte ma questo non significa che la giacenza diventerà 100, perché il tag contiene, oltre alle informazioni che vengono scritte da noi, anche un codice univoco denominato TID.
Quindi, in questo caso, il software si occuperà di filtrare solamente i tag con TID univoco.
Elaborato l’inventario se vengono riscontrate differenze inventariali si può procedere con un controllo mirato.
La cosa si complica per un inventario per ubicazione.
Immaginiamo di dover scansionare i tag relativi ad una specifica ubicazione: durante la lettura sicuramente leggeremo anche dei tag appartenenti ad una ubicazione adiacente non interessata a questa missione di inventario, quindi come ci comportiamo?
Le risposte dei clienti sono molteplici:
- posso considerare solo i codici appartenenti a quella ubicazione, ma se un magazziniere ha spostato precedentemente un collo per errore come lo gestisco?
- Utilizzo antenne direttive, ma anche in questo caso non abbiamo la certezza che non venga letto un tag nelle vicinanze
- Schermo le diverse ubicazioni ma devo considerare dei costi aggiuntivi
L’inventario per classe merceologica sicuramente può risolvere molte criticità nella gestione del dato.
Immaginiamo un negozio di gioielleria o abbigliamento.
Per prima cosa definiamo le diverse classi merceologiche: ad esempio anelli, bracciali, collane per una gioielleria e pantaloni uomo, maglioni, camice, ecc. per un negozio di abbigliamento.
In questo modo non mi devo preoccupare più della posizione e posso scansionare qualsiasi zona perché sarà il software che gestirà solamente gli articoli appartenenti alla specifica classe merceologica che sto inventariando, scartando tutti gli altri.
Come per l’inventario massivo l’unico rischio è che non si ha certezza di aver letto tutti i tag.
Quanto descritto non significa che la tecnologia non sia performante ma solo che è fondamentale eseguire un’analisi dettagliata dei processi, delle variabili e dei flussi operativi.
L’acquisto di un lettore RFID non risolve i problemi di inventario, ma è necessario prevedere un software accuratamente progettato.
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Andrea Capponi
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