Se stai prendendo in considerazione la possibilità di produrre in completa autonomia le etichette dei tuoi prodotti, devi partire con il piede giusto e focalizzare l’attenzione su dettagli tecnici che, se trascurati, rovineranno ogni tuo più aureo progetto.
Il successo di un’etichetta è un obiettivo da garantire nel tempo, non si ferma al momento in cui il tuo layout viene realizzato dalla stampante.
Un’etichetta ben progettata è la simbiosi stratificata di varie scelte a catena, ognuna dipendente dall’altra.
Un numero sorprendente di fattori deve allinearsi per creare l’etichetta perfetta per il tuo prodotto e, soprattutto, i fattori differiscono a seconda delle condizioni ambientali a cui il tuo prodotto sarà esposto.
Vediamo con che ordine procedere per arrivare alla soluzione ottimale.
FATTORE N.1 – Su che contenitore verrà applicata la tua etichetta? Quale materiale? Quale forma?
Se il tuo contenitore è in plastica o in vetro, tondeggiante o pianeggiante, consistente o comprimibile, richiederà l’applicazione di un’etichetta appropriata sia per la sua possibile forma (rettangolare, tonda, fustellata), che per il suo materiale (carta o sintetica), nonché per il tipo di collante che più garantirà un’adesione a lungo termine.
- Analizzando la sinergia dei materiali, un contenitore in vetro o metallo presenta una naturale affinità con l’adesivo, mentre un contenitore in plastica necessita di un adesivo più aggressivo.
- Se il contenitore ha un volume variabile (tubo comprimibile, busta), non sarà possibile far aderire correttamente un’etichetta realizzata con un materiale rigido come il poliestere o la carta.
Mentre il cliente consuma il prodotto vedrà una progressiva e sgradevole sgualcitura dell’etichetta che conferirà al prodotto un aspetto trascurato.
In questo caso è più professionale adottare per l’etichetta un materiale flessibile e garantire un’estetica durevole al tuo marchio.
- La forma di una superficie può influenzare la
forza di un legame adesivo. Bottiglie e barattoli rotondi, inoltre, possono
presentare sfide che i contenitori a facciata piatta non presentano.
Infatti le curve distorcono le immagini sull’etichetta del prodotto, e tutto appare irreale e destabilizzante.
Se vuoi che il tuo intero marchio e logo siano visibili sullo scaffale, devi ragionare in tre dimensioni quando progetti il tuo layout.
FATTORE N.2 – Quali condizioni ambientali influiranno sul tuo prodotto?
Per tutto il suo ciclo di vita, se l’etichetta del prodotto è esposta a umidità, luce solare, caldo e freddo estremi e rapidi cambiamenti di temperatura, o all’aggressione di solventi e sostanze chimiche devi utilizzare una tecnologia di stampa e un materiale in grado di resistere a condizioni avverse.
Tutte queste condizioni minacciano di scolorire la stampa, allentare i legami adesivi e strappare i materiali.
Pensa a una bottiglia di birra o di vino.
Può variare dalla temperatura ambiente sugli scaffali di un rivenditore di birre artigianali, agli interni freddi del frigorifero di un cliente, all’immersione in ghiaccio e acqua all’interno di un dispositivo di raffreddamento, al sole ardente e calore di una stagione estiva.
In tutto questo altalenare di condizioni, l’etichetta deve continuare a fare il suo lavoro: rappresentare il tuo marchio.
I cambiamenti di temperatura causano l’espansione e la contrazione di una superficie, dilatando l’etichetta del prodotto insieme ad essa.
Contenitore ed etichetta svolgono ciascuno un ruolo fondamentale per attrarre il cliente, ma l’adesivo è letteralmente la colla che tiene tutto insieme.
Esistono molti tipi di adesivi per etichette e ognuno di essi può offrire alcuni vantaggi e svantaggi.
Basi adesive: gomma o acrilico?
Esistono due basi primarie per la realizzazione di adesivi per etichette: gomma e acrilico.
Non esiste davvero un’opzione standard e, a volte, le esigenze personali non guidano verso una scelta univoca.
Fortunatamente, oltre alle basi adesive standard, esistono degli adesivi rinforzati altamente specializzati per resistere alle condizioni d’uso più discordanti.
L’adesivo giusto dipende anche dalla funzione specifica dell’etichetta.
Le condizioni ambientali possono deteriorare anche l’aspetto cromatico dell’etichetta: in particolar modo l’esposizione alla luce è responsabile di un invecchiamento precoce delle tinte, già prima che il prodotto arrivi nelle mani del cliente, svalutando la sua visibilità sullo scaffale.
Analizzando l’anatomia di un’etichetta personalizzata, incontriamo una stratificazione di elementi, quelli più esterni sono:
Il rivestimento
La vernice è un rivestimento liquido applicato sulla tua etichetta per fornire un tocco estetico finale e una leggera protezione dall’uso quotidiano.
Il laminato è un film trasparente che copre il frontale dell’etichetta, offrendo una protezione extra-resistente alla luce solare, all’umidità, alle sostanze chimiche o alla manipolazione.
L’inchiostro
L’inchiostro svolge la maggior parte delle comunicazioni per l’etichetta. Può farlo in stile colorato, in bianco e nero, con testo, disegni, foto o un mix di tutto.
Per le stampanti a getto di inchiostro:
Gli inchiostri a base di acqua sono un’opzione conveniente e generano stampe dai colori brillanti e vivaci.
Sono meno resistenti e più inclini allo scolorimento rispetto agli inchiostri pigmentati.
Gli inchiostri pigmentati sono una buona scelta quando la durabilità è importante e non richiedono una finitura protettiva sull’etichetta.
Gli inchiostri UV sono durevoli, resistenti allo sbiadimento e ai prodotti chimici aggressivi.
Per le stampanti a trasferimento termico (stampa monocromatica a caldo) esistono dei nastri inchiostranti con caratteristiche di resistenza crescenti passando dal ribbon in cera, a quello in cera-resina (mediamente resistente), fino al ribbon in resina (ultraresistente).
Materiale frontale dell’etichetta
Il materiale utilizzato per realizzare l’etichetta è la superficie che contiene l’immagine stampata e fornisce la struttura dell’etichetta.
La carta è una scelta classica ed efficace per molte applicazioni.
È disponibile in molte opzioni: opaca, vergata, patinata, lucida, offrendo una varietà di look dal più naturale all’ high-tech.
Spesso utilizzata su bottiglie e vasetti, la carta è una scelta sensata se l’etichetta non deve sopportare l’esposizione all’acqua o altri elementi aggressivi.
Il film sintetico, flessibile e resistente, è un’ottima scelta sia per ambienti umidi, sia dove può essere contaminato con solventi e olii.
Un materiale sintetico può variare dal vinile al polipropilene al poliestere, con numerosi sottoinsiemi all’interno di ciascun tipo.
Ogni tipo di film ha caratteristiche, prezzi, durata diversi e come ripetiamo sempre la scelta giusta dipende dalla tua specifica applicazione.
FATTORE N.3 – Quale stampante è in grado di rappresentare fedelmente il tuo marchio?
Dopo aver valutato i primi 2 fattori, è il momento di capire come procedere per la vera e propria realizzazione grafica.
Se il tuo marchio ha già una storia, non puoi tradirlo stampando etichette di bassa qualità estetica disattendendo le aspettative del cliente target, e non allineandoti con i requisiti dei prodotti concorrenti.
- Hai un marchio che segue una linea grafica semplice e minimalista? Testi essenziali, un unico colore, immagini basilari?
Puoi orientarti verso una stampante a trasferimento termico (monocromatica).
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- Hai un design più ricco e comunicativo? Testi abbondanti, vari colori, immagini con qualità fotografica?
Devi stampare a getto di inchiostro.
Entrambe le soluzioni vanno dimensionate in base alle proprie necessità, considerando il volume di stampa annuo e la dimensione delle etichette da produrre…calcoli da fare con carta e penna!
Ora mettiti nei panni del cliente che passeggia tra i corridoi di un supermercato e vaga con lo sguardo tra centinaia di prodotti esposti sugli scaffali.
Dove si soffermerà il suo sguardo trasformandosi dal disorientato all’interessato? O ricadrà sul prodotto che già usa e conosce, o su quello con l’etichetta più attraente.
Quindi, la scelta deve essere accurata e ponderata sui tuoi requisiti di stampa.
FATTORE N. 4 – Quale metodo userai per applicare le tue etichette sul contenitore?
Non c’è inconveniente peggiore che vedere un’etichetta attaccata storta o piena di grinze seppur ben progettata!
Valutare una soluzione semi-automatica per l’applicazione delle etichette fa risparmiare tempo e aumenta la produttività.
Se vuoi approfondire, leggi questo articolo:
CONCLUSIONI
Pur avendo affrontato le varie problematiche cercando di chiarire i vari aspetti tecnici, è evidente che la casistica è talmente articolata da richiedere la consulenza di una figura professionale esperta.
Come abbiamo detto all’inizio di questo articolo è importante partire con il piede giusto: risparmiamo tempo e denaro!
Chiamaci.
Elisabetta Urbisaglia
06.51848187
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